sabato 7 febbraio 2009

Ho dimenticato il sapore dell'aria




Ho dimenticato il sapore dell'aria fatta di ossigeno e d'azoto, perché respiro soltanto quella di ossigeno ed elio; indosso una muta soffice e spessa, innervata di resistenze elettriche, indispensabile per resistere al freddo terribile che penetra nelle vene e nelle ossa quando respiro elio. D'altra parte, non potrei assolutamente farcela, con l'aria di tutti i giorni: l'azoto mi in stupirebbe, mi sentirei come un astemio che avesse avuto l'idea balorda di scolarsi un litro di vino fuori pasto; e l'ossigeno, presente nella percentuale del 21%, mi ucciderebbe alla prima boccata; è un gas da trattare con la massima attenzione, l'ossigeno: è assolutamente indispensabile alla vita, ma inalato puro già alla pressione di 1,7 atmosfere comincia a diventare tossico; se viene a contatto con un grasso si trasforma istantaneamente in un esplosivo potentissimo. L'aria prefabbricata, 98% di elio e 2% di ossigeno, una percentuale più che sufficiente alla profondità di 200 metri, dove lavoro, mi giunge attraverso un erogatore sostanzialmente uguale a quello usato dai sub della domenica. Io non sono più un sub. Io sono un alto fondista. La mandata dell'erogatore è regolabile dall'esterno, a volte un getto d'aria può essere necessario per disappaiare il cristallo. La miscela respiratoria mi giunge attraverso una lunga manichetta, come quella che univa alla navicella orbitante i primi cosmonauti che si avventurarono nel vuoto assoluto.Opero in un ambiente che è l'esatto opposto di quello interplanetario: il cosmonauta esce nell'outerspace chiuso ermeticamente nello scafandro che lo protegge dalla mancanza di pressione atmosferica: se lo scafandro si rompesse, l'uomo esploderebbe. L'altofondista esce nell 'innerspace servendosi delle straordinarie peculiarità del suo corpo di animale terrestre, in comprimibile perché costituito chimicamente in gran parte della medesima acqua che lo avvolge, e sfruttando l'enorme pressione per ottenere dall'erogatore miscela respiratoria alla identica pressione ambiente. Io sono un acquanauta, prodotto della tecnica di conquista degli abissi marini, come il cosmonauta è il prodotto della tecnica per la conquista dello spazio. Sofisticati sistemi di analisi e di controllo mi permettono di portare a termine i compiti che mi sono stati affidati con un notevole margine di sicurezza. Un sistema di condizionamento della micro-atmosfera iperbarica, elaborato dal dipartimento ingegneristico della società che mi paga per scendere in fondo al mare, garantisce l'essenziale purezza dell'atmosfera artificiale nella campana pressurizzata e il livello ideale di temperatura, l'umidità, la sterilizzazione dell'aria prefabbricata dalla quale esce, ricevendone altra attraverso il cordone ombelicale. Alle mie spalle c'è una organizzazione formidabile e meticolosa: camere di superficie con sistema di accoppiamento, campana, sistema di sollevamento principale ed ausiliario, sistema zavorra-guida con tensione costante, maneggio degli ombelicali in tensione costante, sistema di riscaldamento a fondo, cabina di controllo gas, pannello centralizzato dei servizi oleodinamici e pannello di controllo elettronico per i servizi telefonici, televisivi, di traduzione della voce in elio. Già, anche questo: perché parlando in un ambiente con atmosfera a base di elio la voce si altera, diventa nasale e intelligibile per il cosiddetto "effetto paperino", che è esilarante a udirsi ma che deve essere assolutamente evitato per ovvie ragioni di sicurezza: bisogna essere in grado, in ogni momento di capire che cosa sta dicendo l'acquanauta in immersione o in campana pressurizzata.kabyr