sabato 23 febbraio 2008

La danza delle mantas


In marzo, quando nel Mar Rosso meridionale non spira un alito di vento, e il mare è liscio e sconfinato, può accadere d'assistere alla danza delle manta, un rito della vita che annuncia la vittoria della riproduzione e della moltiplicazione animale in una sua naturale eppure fantastica coreografia.A pochi è stato dato di assistervi; accadde un giorno di primavera mentre nel cielo qualche nuvola saliva all'orizzonte, verso lo zenit , e il sole calando lentamente, la infiammava.Su una piccola barca che galleggiava a qualche centinaio di metri dalla riva di una delle isole Dahalak, risalivamo dopo che avevamo concluso le consuete ricerche dei fondali sommersi di questa zona.Stavamo sistemando I materiali, Franco s'apprestava a mettere in moto il fuoribordo e intanto il mio sguardo scrutava attorno sulle onde, per vedere (è mia abitudine) se qualcosa di particolare apparisse in mare. Sì... si vede qualcosa...Che cos'è laggiù quella specie di risucchio? che cosa, che ogni tanto solleva la piatta superficie del mare?Il motorino si mette in moto lacerando il silenzio: la prua dell barca si drizza verso il punto dove questo strano fenomeno attira l'attenzione.Quando a raggiungerlo mancano poche centinaia di metri e la punta dell' isola è ben lontana, il fenomeno cessa improvvisamente.Si è fatta tanta strada per nulla? forse si trattava solo del solito branco di sardine assalite da tonni e da squali, che con movimenti convulsi cercavano di sfuggire a quelle fauci fameliche spostando masse d' acqua che ribollivano alla superficie; o forse...Di colpo il pelo dell'acqua è squarciato da un corpo enorme che balza fuori rumorosamente, schizzando acqua in ogni direzione.Il motorino tace, la barca si ferma, mentre gli occhi vedono una schiena lucida e nera come l'inchiostro di China spuntare dal mare verticale, sormontata da corna molli attorcigliate. Una Manta!.Il grido parte simultaneo dalla bocca dei miei colleghi in piedi sulla barca mentre s' afferrano ai bordi per non cadere in mare, giacche lo spostamento d' acqua creato dall'improvvisa fuoriuscita del bestione imprime un forte rollio all'imbacazione.E' proprio una manta, e che manta! Una Manta gigante! Uscita all'improvviso e perpendicolare dal mare, per quasi metà della sua lunghezza si rovescia all' indietro scoprendo il ventre alla cui estremità superiore s'apre la bocca. Un tonfo terribile e ricade in mezzo alla schiuma; si vede per un istante sventolando la lunga coda poi scompare.La massa del suo corpo enorme s' intravede ora sott'acqua,sempre rovesciata, biancastra. Ora punta verso il fondo. Confrontando la sua larghezza con quella della barca si può calcolare che abbia non meno di sei metri d'apertura alare. Uno degli esemplari più grandi che si conoscano.Prima ancora che ci si possa chiedere a cosa attribuire il bizzarro fenomeno, ne avvengono altri che assorbono completamente l'attenzione.La manta s' è inabissata e sembra che su questo piccolo lembo del Mar Rosso sia tornata la pace, quando ecco poche decine di metri più in la, ripetersi lo strano spettacolo. Questa è una manta più piccola: il corpo piatto e nerastro esce dall'acqua per tre quarti e vi ripiomba dentro con un tonfo scoprendo il ventre. Una capriola, una sorta di tuffo alla rovescia fatto anziché dal cielo verso il mare, dal mare verso il cielo.Ormai si sta facendo buio, il rosso del sole tinge le nuvole, le onde, i volti e l' isola lontana va diventando violetto ed illumina fantasticamene la danza dei diavoli del Mar Rosso, la danza delle manta.Una più piccola, una più grande; una vicinissima.. una lontana, magari due contemporaneamente, le manta escono con un balzo dal mare, si rovesciano sul ventre in un ritmo sempre più veloce. Gli occhi non sanno da parte posarsi, dalle labbra escono frasi concitate di meraviglia o di ammonizione. Bisogna provvedere affinché la barca non si rovesci.Adesso è proprio al centro della sarabanda e i mostri marini pesano diverse tonnellate ciascuno. Posizione pericolosa e instabile; tuttavia l'unica da dove sia possibile rendersi conto di quel che accade. Sembra che un punto particolare del Mar Rosso una decina di manta abbiano deciso di riunirsi comportandosi nel modo più bizzarro...Dalla barca s' intravede tutto il movimento delle manta, compreso ciò che avviene sott' acqua. Immagino un giro della morte compiuto da un pilota acrobata. La manta, nel suo cielo d'acqua fa la stessa cosa: parte dalla sua posizione normale il corpo parallelo al fondo, pancia in basso, schiena verso l'alto; poi risale impennandosi, in una ripida cabrata verso la superficie. Sale, sale, sino a che, trovandosi in posizione perfettamente verticale, sbuca sulla superficie. In virtù della spinta dal basso, esce dall'acqua per quasi tutta la sua lunghezza, si rovescia e ricade all'indietro. E così pancia all'aria e muso basso, ripiomba verso I fondo. Mezz' ora, sin quasi a buio, dura lo spettacolo e solo negli ultimi minuti si riesce a penetrare un significato possibile. Ad un tratto il mare comincia ad essere percorso alla superficie da lunghe teorie di manta molto più piccole (mezzo metro, un metro al massimo) che marciano in gruppetti di cinque o sei. Mentre le più grosse proseguono con lenta maestosità instancabilmente, il già descritto movimento, accanto alla barca, in ogni direzione piccole manta frenetiche, sbattendo le piccole ali alla superficie, corrono lasciandosi alle spalle una lunga scia di schiuma. Passano veloci, tra la barca e il filo lontano che taglia ormai in due il disco del sole mentre le sagome nere degli esemplari giganti, che balzano contro il cielo, paiano -controluce- ombre di assurdi pipistrelli svolazzanti sulle onde... La barca è sbattuta senza governo, nessuno pensa ai remi o al timone; tutti fissano il mare, le grandi bestie e le file delle piccole. Degli occhi sbarrati cercando di vincere il segreto che lega il mare, le grandi manta e le piccole. Un'idea si fa strada, gli occhi ora si guardano per convincersi di un'incredibile realtà: le piccole manta sono neonati di manta, la barca è al centro di una misteriosa cerimonia, di una tumultuosa riunione di essere spinti da una misteriosa legge del gran mare, a riunirsi in quel punto, una sera di marzo, per mettere alla luce i loro figli...Le grandi manta aiutano il proprio corpo a partorire eseguendo fantastiche evoluzioni.Gli occhi tornano al mare, quasi a chiedere una conferma. In quell' istante l'ultimo spicchio viola del sole è inghiottito alle spalle dell'isola, nello stesso istante la danza cessa, s' ode solo qualche sciacquio; tutto tace e si placa. Qualche stella sbuca violenta e sulla costa di Dura-Ch'Ella si accende il fuoco; la barca è immobile sull'acqua nera. Nessuno parla per molti minuti, cercando di imprimersi bene in mente le immagini incredibili di quanto ha visto. Al largo s' intravedono le luci delle grandi navi che passano, sotto il pelo oscuro del mare di sempre la vita è ancora la stessa, immemorabile, nei suoi segreti, nei suoi ritmi, nella forza.L' elica del piccolo battello si mette in moto; fruscia disegnando una riga fosforescente e la barca ronzando parte verso la costa, portando con sé il segreto di un mistero del mare che alcuni uomini hanno rubato stasera.kabyr